1962, un Vimana su la “Domenica del Corriere”
di Enrico Baccarini©
Il 9 dicembre del 1962 la storica rivista La Domenica del Corriere ospitava in prima pagina una eccezionale tavola realizzata dall’artista Walter Molino raffigurante niente meno che un Vimana.
La parola Vimana, in sanscrito विमान, è formata dal prefisso vi, “uccello” o “volare”, e dal suffisso man che indica “luogo abitato costruito artificialmente”, da cui il vocabolo assume il significato figurato di “uccello artificiale abitato” mentre per altri studiosi la parola Vimana sarebbe traducibile in ‘uova luminose‘. Gli antichi testi sanscriti li identificano comunque inderogabilmente come mezzi di trasporto utilizzati dai Deva, gli dei, per spostarsi in cielo, nello spazio, nell’acqua o sulla terraferma.
Come i lettori di ENIGMA sapranno, è da molti anni che ci dedichiamo ad indagare e studiare questa tematica, tanto affascinante quanto misconosciuta, avendone riscoperto numerosi recessi che molto presto vedranno la luce in una pubblicazione specialistica.
Sono numerosi i testi sacri, o epici, della letteratura classica indiana che ci parlano di questi velivoli, tra i più noti si può ricordare il Ramayana, il Mahabharata, i Puranas o la Bhagaravata ma anche il Vaimanika Shastra (वैमानिक शास्त्र) oppure il Samarangana Sutradhara, antico testo di architettura scritto dal re Paramara Bhoja di Dhar (1000-1055 d.C.), lo Yuktikalpatani di Bohja, nei Rig Veda, nello Yajur Veda o nell’Atharva Veda, nell’Avadhana o nel Kathasaritsagara, nel Raghuvamsa come anche nell’Abhijnanasakuntalam di Kalidasa oppure nell’Abimaraka di Bhasa e nel Jatalas.
Nomi e titoli di opere che a noi occidentali non dicono niente ma che in realtà nascondo i più importanti, ed antichi, testi sacri dell’India e dell’umanità stessa.
Con il tempo il significato originario della parola fu translitterato in significanti di tipo religioso venendo ad identificare:
- un’area delimitata e destinata a scopi sacri;
- un tempio;
- un luogo in cui si manifestava il dio.
Il Vimana, o tempio principale del complesso sacro di Brahadishwara, Tanjavur, Tamilnadu, India
Sorge in noi a questo punto una considerazione. Secondo i dettami della scuola occidentale la civiltà umana sarebbe il prodotto di una evoluzione recente, un percorso che dall’uomo delle caverne del neolitico sarebbe giunto fino ai primi conglomerati urbani del 3500 a.C. (ca.). Dall’Africa, definita come la culla della vita, saremmo quindi giunti alla scoperta dell’atomo e al volo spaziale in modo lineare. Una linearità che negli ultimi anni, se non decenni, ha però dimostrato possedere molte falle, crepe che ne hanno incrinato la superfice mostrando oltre il suo velo qualcosa di estremamente diverso e ancor più sconcertante. L’inquadramento della scuola occidentale, consequanzialmente, si sta mostrando e dimostrando oggi sempre più restrittivo e limitante laddove alcuni suoi capisaldi sembrano lentamente venire scardinati dalle loro basi. Un esempio tra tanti? La stessa teoria dell’invasione ariana proposta da Muller nel XIX secolo, teoria che negli ultimi anni ha perso ogni plausibilità e credenzialità nel mondo scientifico.
Affermare quindi che i nostri predecessori hanno posseduto una tecnologia elevata pari o superiore ai traguardi scientifici del terzo millennio risulterebbe un’eresia, una tesi simile stravolgerebbe completamente l’odierna società, vanificando di colpo il lento cammino di conquiste, costellato di sacrifici e guerre, della nostra specie.
Analizzando i misteri dell’India antica, dai Vimana alla civiltà dell’Indo-Sarasvati, ci accorgiamo che qualcosa non torna, che quanto abbiamo sempre considerato come imprescindibile e sicuro, sembra in realtà poter celare nuovi scenari inimmaginabili. Primi tra tutti i Vimana, macchine volanti impossibili per l’epoca in cui vengono collocati ma che però vengono ricordati non solo in testi epici (da cui se ne potrebbe trarre una origine immaginaria) ma anche in testi sacri, trattati scientifici, testi in cui la loro descrizione viene spinta fino a spiegarne il meccanismo ed il funzionamento.
Il Professor D. K. Kanjilal descrive la storia del Matsya Purana (Dileep Kumar Kanjilal, Vimana in ancient India, Sanskrit Pustak Bhandar, 1985) e dei Vimana dell’India Antica con le seguenti parole: “Dietro al velo di leggenda esce la verità scientifica che tre basi aeroportuali furono costruite ed usate da strani esseri. Una in un orbita stazionaria, un altra mobile nel cielo e la terza collocata permanentemente sulla superficie terrestre. Queste erano simili alle moderne stazioni spaziali raggiungibili ad una particolare ora da una latitudine e longitudine prefissata. La freccia di Shiva (di cui parla il testo), si riferisce ad un missile ardente lanciato da un satellite in orbita che va a colpire una nave spaziale facendola cadere nell’oceano indiano. Le vestigia di un antica civiltà prosperosa, distrutta in battaglie, affiora attraverso queste antiche storie”.
Il Dottor Dileep Kumar Kanjilal
Il Dr. Kanjilal scrisse pubblicò un saggio su queste tematiche nel volume di Erich von Daniken “Ricordi dal futuro: dalle porte del terzo millennio ai culti cargo“, Milano : Sugarco, 1986. – 263 p. : ill. ; 21 cm.
Leggendo nel Rig Veda, il testo più antico ad oggi conosciuto, descrive alcuni di questi mezzi di trasporto:
- Jalayan – è un veicolo progettato per muoversi sia in aria che in acqua… (Rig Veda 6.58.3)
- Kaara – è un veicolo progettato per muoversi sia sulla terra che in acqua… (Rig Veda 9.14.1)
- Tritala – è un veicolo progettato per muoversi nei tre elementi… (Rig Veda 3.14.1)
- Trichakra Ratha – è un veicolo a tre motori progettato per muoversi nell’aria…(Rig Veda 4.36.1)
- Vaayu Ratha – è una veicolo sospinto da un motore ad aria… (Rig Veda 5.41.6)
- Vidyut Ratha – un veicolo sospinto da un motore potentissimo…è (Rig Veda 3.14.1).
Un bassorilievo scolpito anticamente nelle cave di Ellora raffigurante un Vimana
Dopo aver percorso un breve cammino in questa affascinante tematica lasciamo ognuno a meditare su quanto presentato promettendo che a breve troverete altri aggiornamenti e molte novità
3 Comments
SANDRO
31/03/2011Bell’articolo Enrico. Come sempre hai delle ottime di capacità di collegamento fra le cose che, normalmente, non sono visibili in altri studiosi.
Come giustamente tu dici: troppo lineari.
Enrico Baccarini
31/03/2011Grazie Sandro dei complimenti e sono molto felice ti sia piaciuto l’articolo che è solo un infinitesimale frammento di quanto esistente su questa tematica.
Sono molti anni che ne ricerco documentazioni e materiali e devo dirti che mai mi sarei immaginato di trovare così tante conferme. E’ un mondo nuovo che si apre, un mistero che lentamente sta svelando le sue incredibili particolarità!
Grazie ancora
EnricoB
Adriano
30/12/2014Salve Enrico, ti scrivo per due motivi…il primo motivo riguarda una mia richiesta, se fattibile, di spedirmi contrassegno il tuo libro – su formato cartaceo – I Vimana la guerra degli dei – Secreta Edizioni. La casa editrice da me interpellata mi ha detto che il libro è stato esaurito e non verrà ristampato su cartaceo. Il secondo motivo perché posso raccontarti una mia diretta esperienza che vissi quando ero bambino e che ho fatto pubblicare recentemente su un giornale locale della mia città (Trento). Lo ritrovi pubblicato pure sul Web.
Nel lontano 1962, fui involontario testimone di un fatto che condizionò decisamente tutta la mia vita riguardo questo argomento e anno dopo anno mi appassionò al punto tale da farlo diventare uno tra i miei principali interessi. La cosa procedette di pari passo con l’evolversi della mia vita e con le varie fasi della mia età, ma non mi abbandonò mai ed anzi si evolse in fasi di ricerca “molto sofisticate” dove tempo fa, venni alla scoperta di una realtà, sotto un certo punto di vista sicuramente “sconvolgente”, ma dall’altro lato affascinante…che diede una decisa ed inequivocabile risposta a ciò che in quell’epoca mi accadde. L’episodio che sto per raccontare risale esattamente alla fine del 1962 quando io avevo solo otto anni: un evento che ha accompagnato interiormente il mio immaginario personale fino ai giorni nostri per mezzo secolo. Ma procedo con ordine nel raccontare ciò che per me ha segnato profondamente le mie convinzioni…in merito all’esistenza di altre civiltà a noi sconosciute ed altre energie dinamico/propulsive.
Sono passati più di cinquant’anni e quando raccontavo questa esperienza diretta, da bambino non venivo mai creduto da nessuno o si faceva finta di credermi per compiacermi!… Poi per moltissimi anni, ho tenuto il fatto dentro di me, arrivando quasi a convincermi di avere avuto una «visione infantile!»…Ma poiché sapevo, in realtà, che non si trattava di fantasie infantili (anche perché sarebbe stata incredibilmente eccezionale, alla luce dei fatti che vado ad esporre e documentare)!!!. Tuttavia le mie ricerche ed analisi comparate del materiale da me consultato nel campo dell’ufologia, per cinquant’anni, non mi avevano mai permesso con mio notevole rammarico, di poter confortarmi in tal senso e nemmeno di trovare, indubbiamente per mio difetto, alcun concreto riscontro nella realtà storica. Ora posso documentare delle prove concrete riscontrabili perfettamente in internet da chiunque.
Arrivo al fatto: avevo iniziato da pochi mesi la terza Elementare. Un giorno verso i primi giorni di dicembre del 1962 mi trovavo verso le 10.30 del mattino nel piazzale della scuola, «Verdi» di Trento per la ricreazione, assieme ai miei compagni di classe e ad altre classi di scolari. La nostra attenzione venne attirata da un forte sibilo (il cielo era perfettamente sereno con un sole bellissimo); alzammo tutti gli occhi verso l’alto e vedemmo una cosa incredibile sfrecciare a fortissima velocità sopra di noi. Era una specie di locomotiva di un treno a vapore molto possente, lunga, con delle enormi sfere sovrapposte che sembravano di acciaio (colore argento) incluse nel contesto dell’oggetto stesso sempre di colore argenteo. Fu un’apparizione molto fugace ma nitidissima.
Questo incomprensibile oggetto volava appena alcune decine di metri sopra le case del centro storico di Trento. La cosa mi impressionò moltissimo, ma avevo solo otto anni e così all’incirca i compagni che lo videro: (nessun adulto era presente in quel momento nel piazzale della scuola). Cercammo di parlarne in classe, ma i maestri ci ripresero e ci vietarono di continuare con quell’argomento a cui evidentemente non credevano affatto, pensando ad una burla che avessimo architettato nei loro confronti. Ne parlai pure in casa, ma nulla. Nulla apparve sui quotidiani locali. Nessuno che io sappia ne parlò, ma ripeto: avevo solo otto anni per cui non posso sapere gli eventi mediatici esatti, che tale oggetto avesse potuto determinare a causa del suo passaggio. Una domenica mattina, alcuni giorni dopo il verificarsi del fatto che sto raccontando, uscendo dalla Messa con i miei genitori, ci avviammo come era nostra consuetudine familiare, verso un’edicola di giornali, dove sulla Domenica del Corriere appariva una copertina disegnata da Molino che mi fece sussultare. Veniva esattamente raffigurato l’oggetto, specularmente a ciò che avevo visto pochi giorni prima. Chiamai mio padre per farglielo notare, ma considerava «improbabile il mio avvistamento». Quell’articolo riportava invece esattamente “che il veicolo era stato avvistato in un villaggio africano, dove passava a pochi metri dal terreno creando uno scompiglio incredibile tra la popolazione” (e credo bene). Mio padre, molto scettico su queste cose, considerò quella notizia fonte di una bufala per non volere dare credito alle mie affermazioni. Parlando con «esperti» del settore, non riuscivano purtroppo mai, a fornirmi validi riscontri attendibili al mio racconto e la cosa sinceramente mi lasciava un certo amaro in bocca. Poi dopo anni di ricerche, una domenica mattina, tempo fa, mi è arrivato un «insight»: ho inserito su Google: «locomotiva ufo domenica del corriere Walter Molino» ed è apparsa la copertina che avevo visto allora, ma soprattutto ha richiamato alla mia mente l’oggetto che avevo visto con la massima nitidezza. La cosa che ora tuttavia maggiormente mi colpisce, è l’articolo correlato all’oggetto che si trova rappresentato su quella pagina della Domenica del Corriere (recuperabile da internet). Se si raffronteranno le due fotografie, ovvero il disegno di Walter Molino e la tavoletta sanscrita, la rassomiglianza è semplicemente impressionante. E il significato «religioso che veniva attribuito all’oggetto volante, ancora di più». Sostanzialmente si tratta di “oggetto volante” cielo, terra, acqua, con delle caratteristiche che sfuggono completamente, sia per forze propulsive di movimento, sia per le leggi fisiche terrestri ad una conoscenza ed a una comprensione umana. Questo oggetto volante è niente meno che la «Vimana». La sua presenza secondo antichi testi sacri della religione vedica (India), risale a 15.000 anni fa… e concrete testimonianze, lo riconducono ad una visione mistica della sua presenza nei cieli. Attribuivano a questi veicoli semplicemente incredibili, la funzione di mezzi di trasporto usati dalle “divinità”, che potevano viaggiare a velocità supersoniche sia per cielo che per acqua, immergendosi, e scomparendo alla vista degli uomini, per poi potervi riapparire e scomparire a scelta di chi li guidava. Potevano viaggiare rendendosi invisibili e venivano considerati dei mezzi di trasporto degli dei o degli avatar, ovvero di figure intermedie di caratteristiche in parte umane ed in parte celesti…che erano dei «sotto-dio» e «sopra-uomo», in grado di fungere essi stessi, da interfaccia comunicativa tra le divinità e l’uomo. In realtà si tratta di ufo veri e propri, inerenti a civiltà altamente sviluppate rispetto alla realtà terrestre, di antichissima origine, facenti parte di pianeti di galassie diverse dalla nostra e attribuibili oggi come oggi a civiltà ovviamente di gran lunga superiori, per tecnologie e sistemi dinamici usati, raffrontandole con la nostra. Si deduce questo anche da studi condotti da Albert Einstein che da Nicola Tesla, ovvero che prendessero energia cosmica, direttamente dal potere energetico delle stelle. Posso assicurare che tutto ciò non è fantascienza. Tutto questo che sto documentando, è come ripeto perfettamente riscontrabile su internet: scrivendo su Google come chiave di ricerca: Vimana, si apriranno delle descrizioni su diversi link di riferimento e diverse fotografie, che lasciano semplicemente senza parole! (Considerando che come ci sono diversi modelli con prestazioni diverse, delle nostre attuali autovetture, lo stesso principio riguarda la Vimana! . Leggendo tali link attentamente si scopriranno delle cose fantastiche che difficilmente si sarebbero potute immaginare o che potessero essere esistite in passato, ma che in effetti esistono anche attualmente: http://www.moltimisteri.altervista.org/video_vimana.htm (vedi video). solo che hanno la facoltà di rendersi visibili solo a chi vogliono loro (sostanzialmente sono visibili ad alcuni ed invisibili ad altri) per dare l’idea, come avviene grosso modo, per le apparizioni mariane. Credo quindi profondamente (per testimonianza diretta in particolare), in altre realtà extraterrestri, perché tra le altre cose, la “Vimana” è stata descritta perfino nella Bibbia.
Ti ringrazio per una tua cortese risposta eventualmente anche in privato.
Grazie e buon lavoro!
Adriano – Trento