Kepler-22b: scoperto il pianeta gemello della Terra

Si chiama Kepler-22b ed è il pianeta più simile alla Terra di qualunque altro scoperto fino ad ora. Ad annunciarlo è stata la Nasa che lo ha definito il pianeta gemello della Terra. Il corpo celeste, che dista dal suo Sole 290 giorni, ha il raggio 2,4 volte quello terrestre. Ma, cosa ancor più stupefacente, la distanza dalla sua stella, potrebbe far sì che sulla sua superficie vi sia acqua allo stato liquido.

Grazie alla missione Kepler della Nasa, che va a caccia di pianeti potenzialmente abitabili, è stato possibile rintracciare Kepler-22b tra 54 altri candidati simili a noi, scoperti lo scorso mese di febbraio. Ad annunciare la sua scoperta è stato il team di Kepler durante la conferenza inaugurale in corso in questi giorni ad Ames.


Nel complesso, sono 2.326 i pianeti scoperti. Di questi, circa 207 hanno le dimensioni simili alla Terra, 680 sono delle Super-Terre, 1.181 sono paragonabili a Nettuno, 203 sono grandi quanto Giove e 55 addirittura superano le dimensioni del pianeta più grande del nostro sistema solare.

I risultati, basati su osservazioni condotte tra maggio 2009 e settembre 2010, hanno mostrato un forte aumento del numero di candidati di dimensioni minori, con un aumento delle possibilità di trovare un pianeta abitabile. Kepler-22b si trova a soli 600 anni luce di distanza dalla Terra e il suo raggio e 2,4 volte quello terrestre. Tali caratteristiche ne fanno il pianeta più adatto alla vita, finora scoperto.

La fortuna ci sorride con la rilevazione di questo pianeta” ha detto William Borucki, ricercatore principale del NASA Ames Research Center di Moffett Field, in California, che ha guidato il team ha scoperto che Keplero-22b. “Il primo transito è stato catturato appena tre giorni dopo che la sonda era stata dichiarata pronta”. A tempo di record.

Tra gli strumenti utilizzati, oltre ai telescopi terrestri, c’è anche il telescopio spaziale Spitzer. La stella Keplero osservata tra le costellazioni del Cigno e della Lira può essere vista da terra solo in primavera e all’inizio dell’autunno. I dati di queste osservazioni aiutano poi a determinare i pianeti potenzialmente abitabili attraverso il cosiddetto sistema dei transiti.

“L’enorme crescita del numero di candidati di dimensioni pari alla Terra ci dice che ci stiamo lavorando sulla strada giusta, ma punteremo anche su quelli più piccoli della Terra, ma forse potenzialmente abitabili”, ha detto Natalie Batalha, della San Jose State University. “Questa è una pietra miliare lungo la strada per trovare il gemello della Terra”, ha concluso Douglas Hudgins.

L’universo è pieno di luoghi dove potrebbe svilupparasi la vita. Ce lo aveva detto anche Margherita Hack, qualche tempo fa. E le conferme che arrivano dalla Nasa fanno ben sperare.

Fonte – NextMe, art. di Francesca Mancuso, 6 dicembre 2011

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