Il Codice Platone, un ‘codice segreto’ alla Dan Brown nelle opere del filosofo
Un codice matematico segreto si annida tra le opere del filosofo greco Platone. Ad annunciare la presunta scoperta è Jay Kennedy, filosofo della scienza, matematico e docente all’università di Manchester che ha raccontato al quotidiano inglese The Guardian (maggiori dettagli quì e quì, NdR) i dettagli della sua intuizione alla “Dan Brown”.
Secondo Kennedy, infatti, l’intera produzione filosofica di Platone sarebbe costruita sulla simbologia del 12. “E’ come aprire una tomba e scoprire nuove opere di Platone” spiega il matematico al quotidiano inglese. Alla luce della sua analisi, infatti, Platone emergerebbe come un filosofo “pitagorico” consapevole della struttura numerica dell’universo.
Le ricerche di Kennedy si basano sulla sticometria, ovvero sulla misurazione della lunghezza dei testi classici attraverso una serie di lunghezze standard. Kennedy ha utilizzato un computer per ripristinare le versioni il più possibile simili all’originale dei manoscritti di Platone. Secondo il matematico, la corretta struttura dell’opera del filosofo consisterebbe in linee di 35 caratteri, senza spazi o segni di punteggiatura.
E i risultati sono sorprendenti: tutte le opere di Platone risultano costruite su multipli di 1200. Solo per fare alcuni esempi, l’Apologia di Socrate ha 1.200 linee, il Protagora, Cratilo, Filebo e Simposio hanno ciascuno 2.400 r; Gorgia 3.600, La Repubblica 12.200. Secondo Kennedy una simile regolarità non può essere frutto del caso: “Sappiamo che gli scribi erano pagati in base al numero di righe, di conseguenza le contavano tutti”. Evidente, secondo lo studioso, che Platone stava organizzando i suoi lavori sulla base di un sistema pitagorico di 12 note musicali, un modello che Platone doveva conoscere”.
Il passaggio successivo, quasi scontato, è quello dei messaggi in codice che si nasconderebbero nell’opera del filosofo o, per dirla con Kennedy “passaggi simbolici a intervalli regolari”. Secondo lo studioso, dando per assodato che Platone si servisse della scala musicale in 12, allora il senso di alcuni passaggi delle opere si trasforma. In particolare Platone avrebbe inserito concetti positivi nei punti delle opere corrispondenti alla terza armonica, e sul quarto, sesto, ottavo e non grado, quelli considerati più armonici con il il 12 °, mentre i concetti negativi appaiono in corrispondenza con i gradi più dissonanti: quinto, settimo, decimo e undicesimo.
Secondo alcuni studiosi interpellati dal Guardian il lavoro di Kennedy è interessante e merita di essere analizzato seriamente. Secondo lo studioso Platone avrebbe nascosto nella sua opera un messaggio “pericoloso”: “Sono i numeri, e non Zeus a governare l’universo”. Un “codice Platone” sotto tutti i punti di vista e il dibattito, per ora, è appena agli inizi.
Fonte – Express News, 1 luglio 2010
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