Solstizio d’Estate a San Miniato al Monte – Firenze
ecco invece l’articolo apparso sul Corriere Fiorentino il 22 giugno:
Solstizio d’estate, a San Miniato
Il raggio di luce si arresta – con precisione estrema – proprio sul segno del Cancro, periodo che inizia nei giorni di San Giovanni, patrono di Firenze
All’inizio è solo penombra, come nelle storie della creazione. Le porte della Basilica vengono chiuse, le luci dell’edicola di Michelozzo spente. Poi inizia a entrare un chiarore diffuso, che in pochi secondi si concentra in raggio di luce e percorre il marmo del pavimento, fino a fermarsi sopra l’antico Zodiaco che vi è intarsiato. Siamo a San Miniato a Monte, è il solstizio d’estate, sono le 13.53 e il raggio di luce si arresta – con precisione estrema – proprio sul segno del Cancro, periodo che inizia nei giorni di San Giovanni, patrono di Firenze.
Uno spettacolo che avviene da 800 anni (il pavimento è del 1207), ma che – racconta Simone Bartolini, organizzatore – «col tempo fu dimenticato, e solo ora abbiamo riscoperto». «La precisione con cui il sole colpisce il segno non può essere un caso», spiega Bartolini, che è uno gnomonista (costruttore di meridiane) e che un anno fa si accorse di quanto avveniva sul pavimento della chiesa. Una chiesa, San Miniato, che costituisce non solo uno dei luoghi più sacri della cristianità fiorentina, ma anche manifestazione evidente del legame tra Firenze e il misticismo medio-orientale, come testimonia anche l’origine greca (o armena) del santo stesso. E la presenza dello Zodiaco, di per sé simbolo non cristiano ma legato a forme di culto oggi definite «pagane», mostra la fusione tra varie forme di cristianesimo, e tra esse e altri credi preesistenti, che si è verificata nella Firenze di mille anni fa.
«Lo Zodiaco è simbolo babilonese – prosegue Bartolini – richiama il tempo ciclico e in un certo periodo fu assorbito dalla cultura cristiana. E le chiese costruite fino al 13° secolo hanno prevalente orientamento est-ovest, in quanto pregare rivolti a Oriente significa ripetere i gesti degli apostoli davanti alla croce di Gesù, che nel Calvario era visibile verso est». «Ma, anche se servono altri studi – conclude – è evidente che il pavimento e la chiesa riflettono una simbologia che va oltre il solo orientamento a est: l’intera architettura dell’edificio è finalizzata a legare la struttura della terra a quella del cielo». Ma non è solo luogo di religione, San Miniato, e non solo un (riscoperto) luogo di scienza astronomica. C’è chi dice vi sia nascosto addirittura il Graal, riprodotto nei vasi dipinti sopra le porte, e c’è chi dice che i demoni intarsiati nei mosaici rappresentino qualcosa di più di semplici simboli del male tentatore. Ma si narra anche di energie sconosciute che scorrono con le acque sotterranee del colle, di scale che salgono al cielo e altre che scendono nel mondo sottoterra. E c’è chi, come l’autore fiorentino Renzo Manetti, ha sostenuto che l’iscrizione nel pavimento, posta accanto allo Zodiaco, nasconde il segreto della «Porta del cielo», un luogo (di cui San Miniato sarebbe solo il contenitore) dove «lo spirito si materializza, e il corpo si spiritualizza, sotto l’influsso di potenti correnti energetiche» che, se intercettate, permetterebbero all’uomo «di sconfiggere il tempo e la morte».
Fonte – Il Corriere Fiorentino, art. di Riccardo Mostardini, 22 giugno 2012
4 Comments
Alberto Majrani
16/07/2012OMERO E IL SOLSTIZIO D’ESTATE
Uno dei momenti più drammatici dell’Odissea è la descrizione della strage dei Proci, ad opera di Ulisse, di suo figlio Telemaco e dei fedeli servitori. Ma è possibile capire in quale giorno avviene il fattaccio? Proprio il capo dei pretendenti Antinoo ci darà un suggerimento:
Oggi tra il popolo c’è la festa solenne (XXI, 258)
quindi questo non è un giorno qualunque, ma è un giorno di festa per tutto il popolo: in un’epoca in cui pochi sono in grado di usare un calendario, se dei congiurati devono darsi un appuntamento, possono farlo solo in un giorno particolare, ben noto a tutti. Pochi versi dopo si scopre che la festa è dedicata al dio Apollo arciere. Dato che Apollo era anche il dio della luce, possiamo azzardare addirittura l’ipotesi che potesse essere una festa solare, come il solstizio d’estate, che era un giorno particolarmente importante per gli antichi.
Le conoscenze astronomiche erano già presenti in epoca preistorica: molti archeologi pensano che persino gli animali dipinti nelle famose grotte di Lascaux siano una rappresentazione delle costellazioni. Nel 14000 avanti Cristo, periodo che concorda con le datazioni dei dipinti ricavate con altri metodi, il sole tramontava al solstizio d’estate andando ad illuminare proprio la parete pitturata, posta a una quarantina di metri dall’ingresso. E’ decisamente improbabile che ciò sia dovuto al caso, perché ci sono molte grotte nella zona e quella è l’unica dipinta, e il fenomeno si verificava soltanto nei giorni immediatamente vicini al solstizio d’estate. Se poi si considera la qualità estetica delle pitture, ci si può rendere conto di come quei nostri lontani antenati fossero tutt’altro che dei rozzi cavernicoli, e del resto le capacità intellettive degli uomini di quell’epoca erano praticamente identiche a quelle degli uomini contemporanei. Un fenomeno analogo si verificava in molti altri templi preistorici, dal tumulo di Newgrange in Irlanda, del 3200 a.C., a quello di Abu Simbel in Egitto, del 1200 a.C., con il sole che andava a illuminare una camera posta in fondo a un lungo corridoio solo in un giorno all’anno. Persino in molte chiese medioevali le finestre sono disposte in modo che il sole vada a colpire gli affreschi dei santi in corrispondenza dei giorni in cui vengono festeggiati. Troviamo qualcosa di molto simile nel diciannovesimo libro dell’Odissea: siamo all’ora del tramonto, tutti i Proci sono andati a dormire nelle loro case, e le porte della reggia sono state chiuse. Ulisse e Telemaco si accingono a nascondere le armi appese alle pareti, prendendo delle torce per fare luce, quando improvvisamente tutta la casa si rischiara:
…davanti Pallade Atena
una lucerna d’oro tenendo, bellissimo lume faceva.
E stupito Telemaco parlò a un tratto al padre:
“O padre, prodigio grande vedo cogli occhi!
Davvero i muri e i begli architravi di casa,
e le traverse d’abete e le colonne eccelse
splendono agli occhi come se ardesse il fuoco:
qui certo c’è un dio, di quelli che il vasto cielo possiedono”.
E rispondendogli disse l’accorto Odisseo:
“Taci e la tua mente frena e non fare domande:
questa è la norma degli dèi che hanno l’Olimpo.” (XIX, 33-43)
quindi abbiamo un ulteriore elemento per ipotizzare che fosse il giorno del solstizio d’estate. Alla… luce, è il caso di dirlo, di quanto sappiamo sull’importanza dell’astronomia per i potenti dell’antichità, possiamo pensare che nella casa del re ci fosse una specie di finestra orientata sulla posizione del sole al solstizio estivo, che serviva al sovrano per calcolare gli anni, e magari per creare stupore tra i suoi sudditi con un evento “prodigioso”.
Alberto Majrani: Chi ha ucciso realmente i Proci? Ulisse, Nessuno, Filottete http://www.logisma.it/ulisse.htm
Enrico Baccarini
16/07/2012Grazie mille Alberto per il tuo contributo davvero interessantissimo.
Se vuoi inviarmi qualche tuo articolo sarà un piacere poterlo postare su ENIGMA, la mia
mail privata è e.baccarini@gmail.com
grazie ancora per l’ottimo lavoro
Enrico
Alberto Majrani
18/07/2012FATTO!
Enrico Baccarini
20/07/2012Lo pubblicherò quanto prima, grazie molte Alberto!
EnricoB