“Gli alieni vivono in mezzo a noi”, alcuni scienziati confermano!

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di Enrico Baccarini© – Nel 2000, un team di scienziati della University of California guidati dal professor Jonathan Malkisom, avanzarono un’ipotesi insolita ma oltremodo affascinante, ancor più non nuova nel panorama della ricerca sui misteri delle nostre origni È da molto tempo che gli alieni visitano la Terra ed, attualmente, vivono in mezzo a noi come osservatori.

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Secondo Malkisom gli alieni avrebbero adottato l’aspetto umano per monitorare attentamente ogni nostra mossa. Successivamente Adrian Kent, dell’Istituto Perimeter di Fisica Teorica del Canada, sostenne l’ipotesi del suo collega aggiungendo che “… è come una versione estrema del camuffamento adottato da alcuni insetti e animali. Inoltre, secondo molti documenti storici, ci sono stati gli alieni sulla Terra dal principio della creazione”.

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Fin dall’antichità i filosofi hanno sondato gli infiniti abissi della mente alla continua ricerca di una risposta alla domanda se oltre all’uomo esistessero altre forme di vita nel cosmo, ne sono una testimonianza Leucippo e Democrito con la scuola atomista. La scienza moderna, per quanto abbia a lungo negato tale possibilità, sembra essere  oggi sempre più vicina ad una conferma pubblica di tale possibilità e non mancano le affermazioni di singoli scienziati che sono convinti che esseri provenienti da altri pianeti siano già tra noi.

Già recentemente Douglas Vakoch, direttore del Interstellar Message Composition presso l’istituto SETI, aveva curato una pubblicazione (ufficiale) per conto della NASA intitolata “Archeology, Anthropology and Interstellar Communication” in cui si asseriva la possibilità che antichi astronauti alieni in un remoto passato avessero potuto visitare il nostro pianeta e fossero stati ritenuti dai nostri antenati divinità discese dal cielo. Nel testo, principale fautore di questa ipotesi, era stato il professor William Edmondson dell’Università di Birmingham che sottolineava come alcune raffigurazioni di arte rupestre terrestre dell’antichità potessero essere in realtà rappresentazioni di contatti avuti con esseri di origine extraterrestre.

[A tale riguardo si veda il nostro articolo, ANTICHI ASTRONAUTI? UN LIBRO DELLA NASA SUGGERISCE CHE ANTICHE INCISIONI RUPESTRI POSSANO ESSERE STATE CREATE DA VISITATORI COSMICI]

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Più di sessant’anni fa il fisico italiano Enrico Fermi aveva postulato il suo noto ‘Paradosso di Fermi‘ in cui ci si chiedeva “Dove sono tutti quanti? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali?“.


La risposta più funzionale che ad oggi è stata fornita a questo paradosso è che il non contatto potrebbe essere verosimilmente dovuto al rispetto di un ‘principio di non interferenza‘, a lungo teorizzato in antropologia culturale e dalla sociologia, secondo cui il contatto/incontro di una civiltà superiore con una di livello inferiore porterebbe quasi inevitabilmente al collasso della seconda conducendo alla sua probabile distruzione o assorbimento.

Tale evenienza sembra essere confermata dalla nostra stessa storia e, una eventuale civiltà extraterrestre (presupponendone un sistema logico/deduttivo e una coscienza del rispetto simile alle nostre), sarebbe ben consapevole dei pericoli che potrebbe indurre e provocare alla nostra specie laddove prendesse contatto pubblicamente e senza i dovuti accorgimenti. Su tale base, e  secondo logica, il contatto di tali esseri sarebbe quindi meno invasivo e ‘mediatico’ rispetto a quanto ha sempre preteso quella Scienza Ufficiale che pur di evitare il problema si è mascherata dietro paradossi e articolate postulazioni tese a smentire la vita nel cosmo.

Avevamo affrontato l’argomento, anche da un punto di vista teologico, nell’articolo che pubblicammo lo scorso 25 ottobre intitolato “L’ASTRONOMO WEINTRAUB: “… ESISTONO RELIGIONI CHE NON SONO PRONTE PER LA VITA EXTRATERRESTRE” in cui si analizzava come diverse fedi potrebbero gestire l’informazione che non siamo soli nell’Universo.

I risultati scaturiti dalla ricerca mostravano che:

Sondaggi pubblici hanno dimostrato che una larga parte della popolazione crede che gli alieni siano là fuori, molti invece credono che siano gia’ in mezzo a noi. In un  sondaggio pubblicato lo scorso anno dalla società Survata, viene mostrato come  il 37% dei 5.886 americani che sono stati intervistati hanno ammesso di credere  nell’esistenza di vita extraterrestre, mentre il 21%  ha risposto di No, il il restante  42 % erano incerti.

Le risposte variavano da religione a religione: il 55 % degli atei hanno risposto  che credono nella vita  extraterrestre, stessa cosa vale per  il 44 % dei musulmani, il 37 % degli ebrei, il 36 % di indù e il 32 % dei cristiani.

I risultati mostravano quindi come esista una sempre più ampia maggioranza di fedeli appartenenti alle diverse religioni che credono nell’esistenza della vita nel cosmo e di una loro possibile presenza sul pianeta ma, di controparte, siano altrettanto presenti sistemi religiosi in cui tale credenza non è assolutamente accettata o, laddove ritenuta possibile, vedano tali esseri in una accezione negativa e in taluni casi apocalittica.

Da una decina di anni a questa parte, però, stanno aumentando gli studiosi che remano contro corrente rispetto alle rigide e schematiche dottrine imposte dall’accademismo, rilasciando pubblicamente dichiarazioni in cui si dicono pienamente convinti della vita nell’universo nonché di un probabile Contatto avvenuto già da tempo. Abbiamo raccolto quattro dichiarazioni, ma sarebbero molte di più, di personaggi di tutto rispetto che si sono espressi positivamente verso questa possibilità.

1. Ministro della Difesa Canadese

L’ex ministro della difesa e dei trasporti canadese, Paul Hellyer, ha acquisito una certa notorietà nell’ufologia internazionale in seguito a dichiarazioni riguardanti il complotto UFO e una possibile base segreta sulla Luna (sulla faccia nascosta del nostro satellite) proferite a fine 2005 di fronte ad un pubblico di studenti dell’Università di Toronto durante un simposio sulla «Exopolitics» [La Stampa Web, archivio (cercare ‘paul hellyer’)]. Dichiarazioni peraltro rilasciate solo a distanza di molti anni dalla sua attività politica.

Di certo, quale ministro della difesa, tra il 1963 ed il 1967 partecipò alle segretissime riunioni dell’Alleanza Atlantica, ed inoltre, per il ruolo istituzionale svolto, era a conoscenza dei segreti del NORAD, il comando aereo americano-canadese.

Egli dichiarò, pur non svelando le fonti, che:

«Gli UFO sono reali al pari degli aeroplani che volano sopra le nostre teste »

Egli ha aggiunto che l’incidente di Roswell del 1947 era, al contrario di quanto dicessero i militari, da imputare ad un UFO crash, attraverso cui -secondo lui- gli Stati Uniti sarebbero venuti a conoscenza dell’esistenza degli UFO.

«È giunto il momento di alzare il velo di segretezza che circonda l’esistenza degli UFO e di far emergere la verità affinché la gente sia messa a conoscenza di uno dei più importanti problemi che la Terra si trova ad affrontare»

 

2. Paul Davies, Arizona State University

Il premiato fisico Paul Davies ha pubblicamente affermato che gli alieni potrebbero essere «proprio sotto il nostro naso, o anche nei nostri nasi».

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Alla CBS News, Davies ha affermato detto che la vita potrebbe essersi sviluppata sulla Terra più volte e che potrebbe essere stata indotta da microbi alieni o forse da ‘qualcosa di più‘.

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Appurato che l’esistenza di esseri provenienti da altri mondi è oltremodo certa, dove abbiamo sbagliato nella loro ricerca? “Le stelle più vicine sono a mille anni luce di distanza – spiega Davies – per cui, se ci vivessero degli alieni, vedrebbero la Terra come era mille anni fa. E allora non c’erano radiotelescopi. Magari hanno visto le piramidi! Ma certo non gli è venuto in mente di mandare radio segnali“.

Se altri esseri abitassero la Galassia, come potremmo comunicare con loro? Davies sorride e ricorda il film “Contact”, con Jodie Foster. “E’ inutile insistere con i radio segnali, meglio una formula matematica. E’ un linguaggio universale“.

 

3. Dr. Robert Trundle, Northern Kentucky University

Il dottor Dr. Robert Trundle, professore di filosofia della North Kentucky University, ha affermato Cincinnati Post del 2004 di essere stato messo al bando dalla comunità scientifica internazionale per le sue idee extraterrestrialiste. Nel 2005 pubblicò il libro “Is E.t. Here?: No Politically but Yes Scientifically And Theologically” che sovvertì molti dei paradigmi scientifico-dogmatici fino ad allora imperversanti nel mondo accademico attirandosi non poche ire e invettive da parte dei suoi colleghi.

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Nella sua intervista al Cincinnati Post, Trundle avvermava che “ET esiste dal punto di vista politico? No, perché il Governo ha paura della scossa culturale e del panico tra la popolazione. Per il Governo riconoscere l’esistenza degli extraterrestri qui sul nostro pianeta sarebbe come ammettere che non ci possono proteggere da loro“.

«Scientificamente dico che migliaia di testimonianze non possono essere semplicemente respinte. Sto parlando dei piloti che si sono fatti avanti anche se questo ha significato che hanno dovuto sottoporsi a esami psichiatrici come conseguenza diretta».

 

4. Head of the Space Research Institute at the Bulgarian Academy of Sciences

Latchezar Filipov, capo dello Space Research Institute alla Bulgarian Academy of Sciences, nel 2009 affermava sulle pagine del Toronto Star «Abbiamo posto agli alieni trenta domande circa i problemi mondiali … e adesso abbiamo delle risposte». Non ha rivelato come siano state inviate le domande, ma ha affermato che le risposte sono giunte come pittogrammi nei cerchi nel grano.

Filipov ha anche affermato pubblicamente, secondo quanto rivelato dal Telegraph, che «Gli alieni sono intorno a noi e ci osservano per tutto il tempo». Filipov ha lavorato ad alcune missioni della stazione spaziale russa Mir e ha ricoperto posizioni di alto livello nel campo dell’astrofisica.

 


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