La memoria dell’acqua e l’omeopatia confermate dalla fisica quantistica. Luc Montagnier sciocca nuovamente il mondo scientifico!
Commento di Enrico Baccarini© – E’ incredibile quanto certe scoperte siano in grado di cambiare il mondo, ma soprattutto quanto ciò che veniva negato nel nostro passato possa diventare la realtà di oggi. Molte volte ci siamo inbattuti in questo concetto ma questa volta la realtà sembra superare la fantasia. L’articolo che ripubblichiamo è un estratto in italiano di un paper scientifico dal titolo “DNA, waves and water” apparso sulla rivista Journal of Physic, tra le più prestigiose al mondo, firmato nientemeno che Luc Montagnier, già scopritore nel’83 del virus HIV e nel 2008 vincitore del premio Nobel, assieme a due italiani. Cancellando in un colpo solo decenni di feroci dispute accademiche e non, questo studio sbatte letteralmente in faccia alla comunità scientifica una possibilità su cui da molto tempo si attendeva un riscontro, l’acqua ha una memoria. Già dal 1984 gli studi di Masaru Emoto ci avevano avvicinato a questa possibilità ma la pubblicazione di Montagnier ha finalmente dissipato ogni dubbio. Attraverso complesse analisi di laboratorio, e coniugando la fisica quantistica con la più avanzata tecnologia medica, il suo team ha comprovato definitivamente che alcune sequenze di DNA possono generare in soluzioni acquose altamente diluite segnali elettromagnetici a bassa frequenza. Il fatto soprendente è che si è osservato come tali soluzioni acquose mantengano una “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso. Il problema con cui Montagnier si è dovuto scontrare è stato però il terrorismo intellettuale e scientifico incontrato in Francia ed in Europa che non permetteva ricerche in questo settore al punto da indurlo a trasferire i propri laboratori in Cina. La verità ha però vinto e questa nuova scoperta ci presenta una verità a cui, in cuor nostro, abbiamo sempre creduto, l’efficacia della medicina omeopatica. Se l’acqua può mantenere una ‘memoria’ nel tempo allora anche le sostanze, opportunamente trattate, che vi verranno immerse potranno rilasciare le loro ‘memorie’ nel liquido. Le applicazioni future di questa scoperta sono tra le più sbalorditive ma a questo punto vi lasciamo direttamente al testo italiano apparso su Il Giornale delle Buone Notizie mentre qui abbiamo trovato l’articolo scientifico originale.
Buona lettura
EnricoB
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DNA, ONDE E ACQUA: la fisica quantistica a supporto della ricerca medica di frontiera
“DNA, waves and water“: una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Journal of Physic, ha pubblicato il lavoro di ricerca condotto da due gruppi di lavoro distinti, il primo francese coordinato dal Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, con i tecnici e biologi Lavallè e Aissa, e il secondo tutto italiano coordinato dal fisico Prof. Emilio Del Giudice, (IIB, International Institute for Biophotonics, Neuss, Germany) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di Matematica ed Informatica, Università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White HB, Milano).
Montagnier ha scoperto che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del DNA stesso.
Questo significa innanzitutto che si potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà “informativa” dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Multipla, Artrite Reumatoide, e le malattie virali, come HIV-AIDS, influenza A ed epatite C, “informano” l’acqua del nostro corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari segnali elettromagnetici che possono essere poi “letti” e decifrati.
Possibili sviluppi di tale scoperta potrebbero quindi essere sia in termini diagnostici sia di trattamento e terapia delle malattie. I segnali elettromagnetici presenti nell’acqua infatti sono riconducibili alla presenza o meno di una sua “memoria”, intervenendo sulla quale si prospettano ampie possibilità di trattamento e di terapia, con la prospettiva di cambiare di fatto la vita a molti pazienti, costretti all’assunzione di indispensabili farmaci salvavita che a volte recano però con sé il rischio di pesanti effetti collaterali.
Un’ipotesi di ricerca simile venne percorsa due decenni fa dal ricercatore francese Benveniste: la scarsità di evidenze scientifiche a suffragio della sua teoria ne causarono all’epoca l’isolamento dalla comunità scientifica, ma dopo molti anni quelle ipotesi tornano inaspettatamente di attualità. E’ opportuno anche ricordare che la medicina omeopatica e omotossicologica sfrutta da sempre i principi fisici per cui l’acqua può essere “informata” da sostanze in essa diluite: la ricerca di Montagnier, Del Giudice e Vitello indica la strada per arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di funzionamento del paradigma medico omeopatico ed omotossicologico, e pare creare la base per una futura generazione di rimedi farmaceutici senza effetti collaterali, che basano il proprio meccanismo d’azione sull’acqua “informata” dal segnale elettromagnetico prodotto da sostanze presenti in essa a bassissime concentrazioni e “attivata” tramite peculiari tecnologie chimico-fisiche. Essi acquisiscono così proprietà curative, ma – grazie all’alta diluzione del principio attivo – sono privi di effetti collaterali.
In relazione alla pubblicazione del lavoro “DNA, waves and water”, il Prof. Giuseppe Vitiello ha dichiarato: “Il dato molto importante da sottolineare è che una rivista ufficiale di fisica come il Journal of Physics ha pubblicato per la prima volta una ricerca che normalmente sarebbe di competenza di un Journal di biologia o medicina. Un passo ulteriore a dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un contributo fondamentale alle ricerche mediche di frontiera”.
Riferimento del paper: 5th International Workshop DICE2010, IOP Publishing “DNA waves and water” – L. Montagnier, J. Aissa, E. Del Giudice, C. Lavallee, A. Tedeschi and G. Vitello – Journal of Physics: Conference Series 306 (2011) 012007 doi : 10.1088/1742-6596/306/1/012007. La pubblicazione sul Journal of Physics è liberamente scaricabile dal sito ufficiale della rivista: http://iopscience.iop.org/1742-6596/306/1/012007
3 Comments
Fabio Siciliano
28/04/2012C’è un aspetto importante nella ricerca di Montagnier che probabilmente è stato trascurato dai più, ma che è emerso chiaramente nell’ultima puntata di Voyager (la trasmissione condotta da Roberto Giacobbo su RAI 2) andata in onda il 26 marzo 2012.
Sembra che gli esperimenti condotti dal suo team abbiano dimostrato che sottoponendo un contenitore d’acqua sigillato ad un determinato campo elettromagnetico, in grado di indurre un effetto di risonanza nel DNA di un agente patogeno batterico in esso contenuto, produca la comparsa dello stesso agente patogeno in un vicino ed analogo contenitore dove tuttavia, inizialmente, l’acqua al suo interno era assolutamente sterile.
Se questo fenomeno fosse veramente dimostrato al di là di ogni possibile dubbio, i suoi effetti sarebbero dirompenti, perché il fenomeno in questione evidenzierebbe due elementi ritenuti finora impossibili dalla scienza ufficiale ed esclusivo appannaggio, sino ad ora, della cosiddetta fantascienza: da un lato, il TELETRASPORTO dell’informazione contenuta nel DNA dei batteri da un contenitore all’altro – evidentemente indotto da una sorta di “onda portante” subspaziale di cui il campo elettromagnetico sarebbe solo una componente superficiale, rilevabile nello spazio normale – e, dall’altro, la capacità dell’acqua di “materializzare” quell’informazione creando dei duplicati degli originali che la contenevano e realizzando, di fatto, una vera e propria GENERAZIONE SPONTANEA della vita.
Le implicazioni di un fatto del genere sono esplosive.
La prima implicazione riguarda l’esobiologia. Pensiamo innanzitutto alla possibilità che non solo la vita in quanto tale ma le stesse forme in cui essa si è manifestata sulla Terra potrebbero essere ubiquitarie, cioè ugualmente presenti nell’Universo in ogni luogo adatto a sostenerla e senza che vi sia stato un sistema di diffusione materiale: vale a dire, in breve, che un meccanismo naturale di questo genere potrebbe dare conto dell’esistenza, ad esempio, di extraterrestri perfettamente umani in mondi remoti anche senza che vi sia mai stato alcun evento di contatto e colonizzazione. Sarebbero cioè l’acqua e l’elettromagnetismo a diffondere automaticamente la vita nell’Universo da ogni luogo in cui queste tre componenti (acqua, elettromagnetismo e DNA) siano contemporaneamente presenti e lo farebbero istantaneamente per effetto tunnel (in maniera, cioè, “non locale” o, per dirla più semplicemente, attraverso una dimensione subspaziale in cui lo spaziotempo convenzionale sarebbe immerso).
La seconda implicazione riguarda la medicina, perché potrebbe avere risvolti curativi sorprendenti (e, talora, inquietanti). In questo caso, dando libero sfogo alla fantasia, si potrebbe immaginare di immergere periodicamente una persona in un contenitore colmo d’acqua (contenitore “B”) accanto ad un altro contenitore (contenitore “A”) nel quale fossero presenti cellule staminali umane incorrotte prelevate alla nascita e debitamente conservate. Attivando un campo elettromagnetico della giusta frequenza si potrebbe supporre che l’informazione genetica contenuta nelle cellule staminali del contenitore “A” sarebbe in grado di rimodellare l’analoga informazione genetica contenuta nelle cellule della persona immersa nel contenitore “B”. In questo modo non solo si potrebbero curare molte malattie ma addirittura si potrebbe ringiovanire il soggetto del contenitore “B” perché questo meccanismo andrebbe a riparare i danni accumulati dal suo genoma nel corso degli anni a partire dalle informazioni contenute nella “matrice” genetica del contenitore “A”. Addirittura, sarebbe possibile modificare il suo codice genetico se nel contenitore “A” vi fossero cellule staminali di un altro soggetto: in tal modo, si potrebbero non solo curare malattie genetiche ma addirittura copiare selettivamente alcuni caratteri (ad esempio, volendo, modificare il colore degli occhi) o trasformare letteralmente qualsiasi soggetto in un sosia (gemello identico) di qualcun altro.
La terza implicazione è sicuramente nefasta, perché aprirebbe la strada a tecniche e scenari di guerra batteriologica finora impensabili: si pensi a come sarebbe semplice con un sistema di questo tipo contaminare le acque del nemico trasmettendo in esse ogni sorta di agente patogeno.
Vi è poi una quarta implicazione, decisamente allarmante: la continua ed inarrestabile proliferazione di sorgenti elettromagnetiche nella nostra tecnologia potrebbe essere la causa diretta della crescente diffusione di malattie tumorali – e non solo – attraverso un meccanismo totalmente imprevisto: le onde elettromagnetiche, infatti (segnatamente le microonde prodotte da apparati radar e di telefonia mobile), non provocherebbero un danno al nostro DNA in maniera diretta (ciò che in effetti è stato spesso messo in dubbio) ma, al contrario, in maniera indiretta ma decisamente più subdola e devastante, vale a dire generando un vero e proprio “rumore” di fondo informativo – o peggio, una tempesta – in grado di alterare il nostro DNA in maniera del tutto caotica. In sostanza, se le cose stessero in questi termini, l’acqua del nostro corpo, istruita erronamente dall’inquinamento elettromagnetico, potrebbe costringere il nostro DNA a riassemblarsi in maniera casuale, con risultati prevedibilmente letali.
Enrico Baccarini
29/04/2012Ciao Fabio,
ti ringrazio molto per quanto hai scritto. Le tue valutazioni ampliano considerevolmente quanto espresso da Montagnier e pongono anche numerosi interrogativi etici e morali sulla portata e i limiti che l’utilizzo di questa tecnica potrà avere nel futuro.
Il fattore fondamentale è il salto che la ‘nuova’ medicina sta compiendo su tematiche che fino a poco tempo fa sarebbero state definite semplicisticamente come ‘eretiche’.
La realtà è ben diversa dalla fantasia e questi nuovi scenari ci costringono ad aprire gli occhi e a prendere contatto con la parte più profonda del nostro essere e con la possibilità di aprire la nostra scienza verso lidi fino ad ora inesplorati e dalle incredibili possibilità.
Il tuo commento mi ha indotto a voler approfondire ulteriormente questa tematica per i lettori di ENIGMA.
Grazie Fabio,
un saluto
Enrico
Dani
17/07/2012Se si può generare un microrganismo (costituito da carbonio e molti altri elementi) l’acqua sarà anche sterile ma di sicuro non è pura.