La NASA copia Star Trek, vuole un propulsore warp

Secondo lo scienziato Harold White i viaggi interstellari alla Star Trek sono possibili, e studia come costruire un motore warp

di Fabio Deotto

Come ha suggerito Neal Stephenson in questi giorni, non è poi così vero che la fantascienza abbia la capacità di prevedere il futuro, semmai la fantascienza ha la capacità di produrre un ventaglio sconfinato di futuri possibili, alcuni dei quali, inevitabilmente, finiscono per realizzarsi. In alcuni rari casi, tuttavia, esiste l’eventualità che uno scenario fantascientifico funga da elemento ispiratore per nuove radicali innovazioni. Alla NASA, ad esempio, devono essersi sciroppati diverse stagioni di Star Trek, a giudicare dall’enfasi con cui, in queste ore, hanno dichiarato di volersi cimentare nella propulsione warp.

Avete letto bene, nei laboratori della NASA, in questo momento, c’è uno scienziato pazzo che si sta consumando le diottrie per rendere possibile la creazione di un’astronave in grado di compiere viaggi interstellari a velocità superiori a quella della luce, distorcendo lo spazio-tempo. Lo scienziato pazzo in questione si chiama Harold White e, da buon scienziato pazzo, sul suo blog paragona la distorsione dello spazio-tempo alla cottura del pane con le uvette:

Quando pensate alla curvatura dello spazio, immaginate delle uvette che cuociono nel pane. Quando si mette la pasta nella teglia, nel pane ci sono poche uvette. Mentre cuoci il pane, questo lievita e le uvette si muovono l’una rispetto all’altra. Ecco, questo è il concetto di  inflazione in una prospettiva terrestre, in una prospettiva astrofisica è invece lo spazio fisico stesso che cambia caratteristiche. In un futuristico viaggio spaziale, però, non rimarremmo spettatori passivi. L’idea è quella di comprimere lo spazio davanti a noi ed espandere quello dietro di noi in un modo che ci consenta di andare ovunque vogliamo, molto velocemente, senza venire meno all’undicesimo comandamento ‘Non superare la velocità della luce’”.


Sulla pagina wikipedia realtiva alla tecnologia di Star Trek, la propulsione warp viene paragonata al cammino di una formica su un elastico che venga via via allungato e accorciato, facendo sì che l’artropode si muova da un punto A ad un punto B percorrendo una distanza effettivamente minore di quella che intercorre tra le due tappe. In sostanza, il principio è questo: se non è possibile (per ragioni tecniche e fisiche) spingere una navicella a una velocità superiore a quella della luce, allora tanto vale cercare un modo di modificare l’ambiente in cui la navicella si muove per accorciare il tragitto. Un po’ come quello studente a cui l’insegnante domandò quale fosse il modo più veloce per unire due punti su un foglio: lo studente piegò il foglio in due.

Dall’immaginario di Star Trek, White ha anche mutuato il concetto di bolla di curvatura, una sorta di zona di protezione che racchiude l’astronave e la rende immune all’effetto della distorsione spazio-temporale. Anche se, in realtà, i principi su cui oggi White dichiara di stare lavorando, erano già stati esplorati nel 1994 dal fisico teorico Miguel Alcubierre, che nel nominare il suo paper non aveva esitato a usare il titolo “The Alcubierre Warp Drive”.


Secondo la cronologia di Star Trek il primo motore warp, progettato da Zefram Cochrane, fu testato nell’aprile 2063 e consentì all’umanità di entrare in contatto con la civiltà Vulcaniana. Oggi, sulla Terra, Harold White si spinge a immaginare un’astronave warp capace di raggiungere uno spostamento pari a quello ottenibile con una velocità 10 volte superiore a quella della luce (per chi conosce Star Trek: The Next Generation: un fattore warp 2), e in grado di raggiungere Alfa Centauri, il sistema stellare più “vicino” a noi, in sole 2 settimane.

Magari non sarà il 2063, magari non ci sarà alcun Vulcaniano pronto a raggiungerci sulla Terra, ma varrebbe comunque la pena farci un salto. Dopotutto, cosa sono 4,3 anni luce, quando hai un propulsore a curvatura?

 

Fonte – Panorama, 18 settembre 2012


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