Paul Hellyer, l’ex ministro canadese risponde a Hawking
Montreal, Canada – Dopo Steven Greer del Disclosure Project, anche Paul Hellyer, ex Ministro della Difesa e dei Trasporti canadesi (dal 1963 al 1967), noto per le sue dichiarazioni di apertura sulla necessità di un’ampia divulgazione della realtà extraterrestre, è intervenuto per dire la sua in merito alle discusse dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dallo scienziato britannico Stephen Hawking, circa la possibile pericolosità di un contatto con gli alieni. Hellyer, ormai ottantaseienne, ritiene che non solo gli extraterrestri ci visitino da molto tempo ma che essi ci abbiano in qualche modo aiutati a crescere dal punto di vista tecnologico. Egli si rifiuta di capire i motivi che hanno spinto lo scienziato britannico a rilasciare tali dichiarazioni e lo accusa di diffondere disinformazione in materia di vita aliena. “Penso che sia davvero triste che uno scienziato di quella fama possa contribuire a destabilizzare un argomento così serio ed importante”, ha commentato. “Hawking specula in un nuovo documentario che la vita extraterrestre si potrebbe ridurre soltanto a microrganismi o piccoli animali, ma ora aggiunge che se esistessero forme di vita più avanzate esse potrebbero essere nomadi e alla ricerca di pianeti da colonizzare”.
Paul Hellyer, ex leader del partito liberale canadese, era salito qualche anno fa alla ribalta ufologica mondiale per aver rilasciato, durante una conferenza internazionale sull’Esopolitica, dichiarazioni riguardanti l’esistenza di un “complotto” UFO e di una possibile base segreta sulla Luna (costruita nella faccia nascosta del satellite), dichiarazioni peraltro rilasciate a distanza di molti anni dal termine dell’attività politica. Nelle sue affermazioni egli dice che “gli alieni ci stanno visitando da decenni, forse da millenni ed hanno contribuito in modo netto al nostro sviluppo tecnologico”: tra i prodotti derivanti da questo “aiuto”, i microchip e le fibre ottiche, oltre a tante altre innovazioni che oggi fanno parte del nostro bagaglio tecnologico. Questa tecnologia, ottenuta mediante studi di retroingegneria, deriverebbe dal famoso ed ormai “storico” crash di Roswell…(nota: dichiarazioni simili furono rese, qualche anno fa, dal defunto Col. Philip Corso (U.S. Army) e pubblicate in due best seller dal titolo “il giorno dopo Roswell” e l”alba di una nuova era”). Egli dichiara, inoltre, che solo i presidenti degli Stati Uniti e pochi altri sono al corrente della verità su questo incidente mentre la stragrande maggioranza degli alti funzionari e dei politici del governo americano sarebbero tenuti all’oscuro della verità.
Nel 2004, a seguito della dichiarazione rilasciata dal presidente George W. Bush sulla necessità di costruire una base sulla Luna, egli ha commentato: “Al contrario di quanto afferma Bush, non c’è nulla di scientifico sulle motivazioni che porterebbero alla costruzione di una base lunare. Il vero scopo di questo progetto è di bloccare il traffico di velivoli alieni. Credetemi, Signori, questa è la verità. Questa installazione consentirà agli americani di monitorare meglio la presenza di questi velivoli, che si dirigono verso il nostro pianeta e poi tornano nello spazio, e darà loro l’opportunità di colpirli ed abbatterli a loro piacimento. E’ giunto il momento di alzare il velo della segretezza che circonda l’esistenza degli UFO e di far emergere la verità affinché la gente sia messa a conoscenza di uno dei più importanti problemi che la Terrà dovrà prima o poi affrontare…”.
Fonte – The Star,
2 Comments
SANDRO
10/05/2010Io non capisco come si fa a pensare di fare delle basi sulla Luna per abbattere dei veicoli alieni con la nostra tecnologia!! Si vede proprio che questi spesso non si rendono conto delle capacità di altre civiltà molto più avanzate della nostra. Comunque vi do queste informazioni: noi abbiamo gia delle navette simili a quelle aliene costruite sulla teconologia di quella di “Roswell” e altri. L’unico problema è che ancora non sappiamo dominare il tempo con il rischio di trovarci chissa dove nel caso affrontassimo un viaggio lungo in pochissimo tempo. Il principio fisico su cui si basano questi voli è quello di portare un vuoto assoluto nei dintorni dell’oggetto ed a una temperatura prossima o uguale allo zero assoluto (tipo i condensati di Bose-Einstein). In tali condizioni la materia divente leggerissima, come una piuma (con questo principio sono state costruite le piramidi). Si può trovare conferma di questi esperimenti su di un articolo in “edicolaweb” mi sembra, atraverso un intervista effettuata ad un fisico che ha lavorato nell’Area 51. Il fatto che abbiamo costruito le navette lo so per altre vie.
Enrico Baccarini
12/05/2010Ciao Sandro,
grazie delle tue valutazioni. Il principio antropocentrico su cu la nostra società si basa da millenaria memoria ci fa perdere, certe volte, il giusto contatto con la realtà portandoci a credere che la nostra tecnologia, per quanto evoluta, sia superiore a qualsiasi cosa o minaccia (vd. ad esempio asteroidi) possa arrivare dall’esterno della nostra atmosfera.
Riguardo al fisico di cui parlavi scrissi molti anni fa un articolo a riguardo (lo puoi trovare sul sito della rivista NEXUS al seguente indirizzo – http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Scienza-del-futuro/ELEMENTO-115-NUOVE-CONFERME-ALLE-RIVELAZIONI-DI-LAZAR-di-Enrico-Baccarini/). Un personaggio per certi versi ambiguo ma che certamente assolse all’ingrato compito di debunkers rivelando informazioni veritiere assieme ad altre fasulle. In linea di principio quello che hai scritto corrisponde a ciò che Lazar stesso affermò già dal 1989 e che non molti anni fa esposi in un articolo divulgativo intitolato “Edst : la possibile soluzione per i viaggi interstellari” (http://www.edicolaweb.net/ufost14c.htm).
Il tempo ci darà ragione e porterà molte cose che oggi identifichiamo come ambito della fantascienza in una realtà talmente tangibile che non possiamo neanche immaginare.
Un caro saluto
Enrico