Si può discutere seriamente di percezioni extrasensoriali?
Un’importante rivista accademica ha deciso di pubblicare uno studio sulla capacità di prevedere eventi futuri
La comunità scientifica sta molto criticando la decisione: oggi la questione è arrivata sul New York Times
Il Journal of Personality and Social Psychology è una delle più importanti e rispettate riviste sulla psicologia sociale. La sua decisione di pubblicare i risultati di uno studio scientifico sulla percezione extrasensoriale sta facendo imbufalire molti ricercatori ed esperti, che ritengono la ricerca inaffidabile e pericolosa. Lo studio sarà pubblicato nei prossimi mesi, ma una prima versione del paper scientifico è già circolata tra psicologi e ricercatori, raccogliendo numerose critiche.
La ricerca, spiega Benedict Carey sul New York Times, si occupa di nove esperimenti di laboratorio realizzati nel corso degli ultimi dieci anni da Daryl J. Bem, un professore emerito della Cornell University (Stati Uniti). Bem ha testato la capacità dei propri studenti di percepire eventi casuali prima che si verifichino, come predire se una data immagine comparirà nella parte destra o sinistra di uno schermo. Le ricerche hanno coinvolto più di mille volontari e sembrano essere interessanti, almeno stando al giudizio degli esperti che hanno rivisto il paper scientifico prima di dare il via libera per la sua pubblicazione.
Capita spesso che le riviste scientifiche pubblichino i risultati delle ricerche quando queste aiutano a sostenere una ipotesi ritenuta controintuitiva, ma secondo i detrattori in questo caso si tratta di affermazioni talmente eclatanti da richiedere molti più approfondimenti prima di essere pubblicati su una rivista scientifica. Bem, l’autore della ricerca, si difende e sostiene di aver lavorato a lungo sulle esperienze extrasensoriali, realizzando alcune variazioni di esperimenti tradizionali.
In uno dei test proposti, i partecipanti all’esperimento devono memorizzare 48 parole e dopodiché devono collocare 24 di queste parole in alcune categorie. Inserendo le parole in diverse categorie, la memoria si rinforza e così alla fine le 24 parole categorizzate sono di solito meglio ricordate dai partecipanti all’esperimento rispetto alle altre 24 parole. Nella versione modificata da Bem, a cento volontari è stato proposto un test di memoria prima di passare alla categorizzazione delle parole e l’esperimento ha dimostrato come molte delle parole identificate dai volontari fossero poi quelle da categorizzare nella fase successiva del test.
In un altro esperimento, Bem ha chiesto ai partecipanti di dire in quale porzione di uno schermo mascherato fosse presente una immagine, se a destra o a sinistra. Un programma provvedeva a far comparire casualmente le immagini, ma solo dopo che i partecipanti avevano fatto la loro scelta. La probabilità di predire correttamente la collocazione dell’immagine era teoricamente al 50%, ma i partecipanti sono riusciti a fare meglio quando le immagini proposte erano a contenuto erotico. «Ho dimostrato che i soggetti scelti a caso erano in grado di percepire le foto erotiche, ma scommetto che con persone più esperte, si possano ottenere risultati simili anche con altri tipi di foto» racconta Bem.
Secondo alcuni scienziati la ricerca merita di essere pubblicata, nel nome della libertà di informazione; altri insistono invece nel sostenere che accettare un documento simile contribuisca solo ad accentuare i difetti nella valutazione delle ricerche nelle scienze sociali. «È follia, pura follia. Non posso credere che un giornale così importante accetti un lavoro del genere» dice Ray Hyman, un professore emerito di psicologia della University Oregon e da tempo critico sulla percezione extrasensoriale: «Penso si tratti di un motivo di imbarazzo per l’intero campo».
I responsabili della rivista respingono però le critiche, ricordando di aver sottoposto normalmente la ricerca alla valutazione di altri esperti, che non hanno partecipato allo studio. Tutti e quattro gli esperti hanno riconosciuto il valore e l’interesse della ricerca, nonché la correttezza dei procedimenti utilizzati per condurre gli esperimenti. Tuttavia, riconosce il direttore della rivista, lo studio suggerisce solamente alcune possibili risposte senza spiegare con precisione i risultati ed è proprio su questo punto che fanno leva i critici.
I test condotti dal ricercatore sono stati duramente criticati, anche online, da esperti di statistica e di calcolo delle probabilità. Bem ha respinto le critiche, accusando i propri detrattori di non aver compreso i contenuti della sua ricerca che prova a spiegare le percezioni extrasensoriali. Il ricercatore ha poi ricordato come già in passato studi analoghi, ma meno documentati, siano stati oggetto di feroci critiche da parte della comunità scientifica, da sempre scettica sulla possibilità che esistano percezioni non riconducibili ai cinque sensi.
Fonte – Il Post, 7 gennaio 2011
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